Giulia e’ bella, ma ..,

Incontro Giulia, figlia di un’amica cara che mi consegna tutto il suo dolore.
Ci parlo a lungo.
E mi commuovo e si commuove. Giulia è bella, con gli occhi caldi come il legno degli alberi in estate e con le fossette sulle guance quasi come se fosse rimasta impressa una carezza mancata.
Ma piange perché non si piace, come molte delle adolescenti di quell’età.
Il suo corpo è esploso rigoglioso regalandole curve anziché spigoli ma le rimbalzano da ogni media, social, giornale, immagini di donne magrissime o ritoccate se non da chirurgia estetica almeno da Photoshop e lei sprofonda nelle risatine di una società che vende e forse compra un modello di donna che può essere felice solo se risponde a determinati canoni estetici.
E allora penso se non sia questa una delle prime maledette forme di violenza che interiorizziamo più di qualsiasi ragionevolissimo valore. Nella logica perversa del corpo socialmente accettabile come prerequisito all’ingresso in qualsiasi contesto diventiamo vittime designate di chi poi del corpo abusa o lo calpesta perché la società ne ha sdoganato e quantificato il valore. Se ha un prezzo, posso comprarlo e farlo mio nella più disastrosa delle accezioni.
E forse dovremmo ripartire da qui,
dalle fossette di Giulia e dalla bellezza che profuma del nocciolo in estate che in pochi hanno difeso e che non deve curarsi degli affanni del mondo che la vorrebbero con un codice a barre ma fiorire nel giardino dei valori e regalare quella carezza mancata, forse prima difesa verso le violenze a cui assistiamo

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Firenze è la mia città.
Ed è bellissima.
La mattina presto quando il sole la colora e sembra dormire ancora accarezzata dal cullare del suo fiume.
Con i suoi profumi, la sua magnificenza, la sua eleganza umile e se si sta in silenzio pare sentirla cantare la sua storia che ci rende tutti fiorentini.
Per amore. Per appartenenza.
Ma non è la Firenze dei docufilm o lo show perenne che se ne vuole talvolta rappresentare o il sogno da cartolina o ancora l’iconografia di un’eredità meravigliosa.
Firenze è il suo presente, sono i fiorentini
Sono quelli che ogni mattina la colorano con il loro lavoro, decidendo ogni giorno di rimanere, di consigliare ai figli di restare qui, di essere fiorentini, nonostante tutto.
Che non la prosciugano, ma la irrigano. Che combattono con un traffico e una mobilità deliranti, con un impoverimento delle relazioni, con lo smantellamento dei luoghi di comunità, con un lavoro sempre più difficile, con le piazze trasformate in non luoghi, con il tradimento del centro storico sottratto ai residenti, con le periferie abbandonate, sono quelli che scelgono di fare gli artigiani, i commercianti, gli operai consumando le mani e i sogni per un grande amore.
Già l’amore. Che non ha bisogno solo dello sbandamenti, della gioia e della passione che bruciano in fretta gli amanti e lasciano deserti sterili
Ma della cura, del rifugio, della parola, dell’ ascolto.
Senza cura si è soli e l’amore non esiste più.
La qualità della vita, quella che a Firenze peggiora inesorabilmente nelle classifiche forse è questa. Quella che tutti cercano di derubricare a semplice statistica o esercizio di stile. E’ quella cura, quell’attenzione, quel sentirsi protetti, che trasforma un rapporto in un Amore

Cristina – Firenze

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