Madonna 1987

Il 1987 fu, per Videomusic, un annata formidabile di Eventi e concerti. Con David Zard organizzammo il concorso “Mars chiama Spandau Ballet”con in palio biglietti gratuiti, una serata da trascorrere con il gruppo inglese e tanti dischi autografati. Fu un clamoroso successo, per un totale di 11 concerti fra Luglio e Agosto. Contemporaneamente seguivo David Bowie, ero reduce – a Giugno – da un altro concorso con i Duran Duran (culminato con un libro intitolato “ Sposerò Simon le Bon) e mi trovavo a Roma – Maggio – nel backstage degli U 2 assistendo ad uno spettacolo indimenticabile. Senza tralasciare – Giugno – la straordinaria performance di Prince a Milano. Insomma un surplus di attività stancanti, soddisfacenti ma non esaustive. Mancava un tassello alla quasi perfezione, e si chiamava MADONNA. Louise Veronica Ciccone aveva cominciato il suo Tour mondiale partendo dal Giappone (14-22 Giugno 1987) e avrebbe continuato in giro per il mondo per venire (forse) anche in Italia. Chiamo Davide: “Facciamo una proposta, la dobbiamo portare noi !”; imperativo categorico frustrato da un “Ci sono troppe cose da fare, non abbiamo tempo, la sta trattando Mamone e poi sono stanco”. Non demordo, insisto. Avendo a quel tempo anche un’Agenzia di viaggi, trovo 2 biglietti Business a prezzi ragionevoli e prenoto l’albergo a Miami, dove Madonna sarebbe stata in concerto il 27 di Giugno. Alla fine convinco Davide e partiamo per l’avventura. Miami è calda e umida, con una nebbia che sembra pioggerella; stanchi per il Jet lag, a sera ci portiamo all’Orange Bowl, dove c’è il concerto. Davide mi trascina all’ingresso Artisti, dove naturalmente non ci fanno passare; lui chiede di Freddie Demann (manager di Madonna), spiega che siamo venuti per ragioni di lavoro ecc. ecc. Mentre siamo lì al cancello si presenta una limousine nella quale intravediamo Franco Mamone, il promoter italiano peraltro amico mio. Dico a Davide di lasciare perdere: “Non insistiamo, facciamo una figura di m … senza costrutto; è andata male e ce ne torniamo”. Mentre Davide sfogava su di me ira e riprovazione, nella recriminazione di “ Te lo avevo detto che era meglio starcene a casa”, arriva uno steward che ci apre il cancello e ci assegna 2 posti delle prime file, in mezzo ai 55.000 di quella sera di Giugno. Rappacificato e ammirato dalla performance di Veronica, Davide chiede (e ottiene) un appuntamento per il giorno dopo alle 11 in albergo dove risiede Demann e il suo staff. Ci ricevono in piscina, loro in costume noi in tenuta da città. Sono in tanti, fra cui i fratelli Ciccone. Di fronte a me, ancorata al molo, una barca famosa, il Monkey Business, che era costata la rinuncia a Gary Hart a correre per la Presidenza degli Stati Uniti. Digressione indispensabile: Gary Hart era stato accusato dalla stampa di essere un viveur, un donnaiolo; lui aveva risposto: “Seguitemi e constatate”. I giornalisti lo presero in parola, lo seguirono e lo beccarono sul Monkey Business con una certa Donna Rice sulle ginocchia. Carriera finita. Torniamo a noi; per farla breve, l’elemento che suscitò un certo interesse nel management di Madonna fu l’affermazione “Non abbiamo bisogno di aspettare le prevendite; non contrattiamo l’acconto, ci dichiariamo disponibili a versare 1 milione e mezzo di dollari sulla Banca che decidete voi immediatamente dopo la firma del contratto”. Non era un bluff; avevo ricevuto da Guelfo in persona l’autorizzazione a trattare con le più ampie garanzie. In più aggiunsi la proposta di 1 milione di dollari per l’esclusiva dei diritti televisivi per l’Europa. A un certo punto arrivò Madonna; era stata a fare jogging, seguita dalle guardie del corpo. Magra e tirata come una corda di violino, mi sembrò infinitamente più piccola ed esile del gigante che avevo visto in scena la sera prima. ma fu gentile, e i suoi fratelli masticavano anche un simpatico italiano. Freddie era in imbarazzo e giustamente combattuto; si era in qualche modo impegnato con Mamone e non era così scontato che volesse o potesse tornare indietro, dato che anche nello spettacolo c’è una parvenza di etica. Quindi non si concluse nulla quel 28 di Giugno, ma a quel punto Davide si rifiutava di mollare l’osso. Così decidemmo di dividerci; io sarei tornato in Italia a occuparmi di racimolare quanto richiesto, lui avrebbe seguito la carovana fino a quando non avrebbe convinto tutti della bontà di preferire noi a chiunque altro. Quindi andò con loro ad Atlanta e poi a New York; io misi insieme i pezzi del puzzle con una certa facilità. Con 5 telefonate avevo raccolto 1 milione di dollari per la trasmissione in diretta del Concerto : Rai, BBC (GB) ,TVE (Spagna), TF1 (Francia), ZDF (Germania). 200.000 a testa, confermate via telex. E alla fine David Zard, come quasi sempre, tornò vincitore : avevamo Madonna. Il 4 settembre dallo Stadio di Torino gremito in ogni ordine di posti, la Rai fece la diretta, con oltre 14 milioni di persone sintonizzate sull’Evento. Un ascolto record di ogni tempo e paragonabile solo a una finale del Campionato mondiale di calcio. Alla fine del concerto fui intervistato da Kay Sandvick; per anni, incontrando degli sconosciuti mi sentivo dire “Mi sembra di averti già visto”. Effetto Madonna … Ma ma non era finita, perché l’anno dopo dovemmo rincorrere Michael Jackson; ma questa è un’altra storia…

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